mito e rappresentazione

I Druidi

“Diocleziano, che militava ancora nei ranghi inferiori, ed era di stanza in Gallia nel paese dei Tungri, si trovò in una locanda a fare i conti dei suoi costi giornalieri con una donna che era una Druidessa. Questa a un certo punto gli disse: “Diocleziano, sei troppo avaro e spilorcio!”. Ed egli le rispose scherzando: “quando sarò imperatore, allora sì che largheggerò!”. E si dice che la Druidessa avesse risposto: “Diocleziano, non scherzare, sarai infatti imperatore, dopo aver ucciso il cinghiale” (citazione dal Numerianus XIV, 2, dello storico romano Vopisco). La profezia della Druidessa effettivamente si avverò, dopo che Diocleziano uccise il Prefetto del Pretorio Arrius Aper (“cinghiale” in latino), che aveva assassinato il precedente imperatore, Numeriano.

Da ciò possiamo ben comprendere come la fama dei Druidi fosse grandissima presso i loro contemporanei, alimentata dal loro mistero e dai loro poteri.

Tale retaggio è arrivato fino ai nostri giorni, ed iI Druida, nell’immaginario collettivo, rappresenta il Mago capace di trasformare la realtà e cambiare il Destino degli eventi.

Invero, egli era portatore di Doni, in grado di risvegliare il Potenziale degli Eroi, era il Custode di saggezza, segreti ed incantesimi, e soprattutto era la Guida.

La Guida è colui che vede il Cammino che gli altri non vedono, comprende lo Scopo ed insegna a raggiungerlo. È colui (o colei) che benedice le nuove nascite, presentandole agli Dei, che educa, che accompagna in tutte le fasi della vita, che sigilla la Soglia al momento della morte, che connette il suo clan al mondo Divino, gli propizia la Natura, benedice il raccolto, cura i malati, protegge il Re con le sue previsioni e lo consiglia con la sua lungimiranza, protegge gli Eroi in guerra, accompagnandoli armato, se necessario, o frapponendosi in mezzo alla battaglia o ad un duello, decretandone la fine.

I Druidi e le Druidesse erano così, in una parola: Presenti. Sempre.

Godevano di un rispetto ed incutevano un timore tali che la loro parola era Sacra, così come il Potere che incarnavano.

La Storia vuole che questi personaggi così misteriosi (di loro non è rimasto nulla, solo le cronache degli storici loro contemporanei, greci e romani), fossero i Saggi dei Clan dei Celti.

Ma vi sono anche vari Studiosi che, nel silenzio delle Fonti, affermano che la loro origine potrebbe essere addirittura anteriore, e che i Druidi che vivevano ai tempi dei Celti, altro non fossero che i diretti discendenti dei Saggi della Civiltà Megalitica.

Ebbene, per essere un po’ più chiari, dobbiamo pensare a come era l’Europa 5000 anni fa. Purtroppo, i nostri libri di Storia passano dall’uomo preistorico agli Assiri Babilonesi ed agli Egizi come se nel continente europeo solo ci fossero sparute ed incolte popolazioni di Homo Sapiens.

Non è così. Lo dimostrano le migliaia di Dolmen e Menhir che si trovano dall’Inghilterra, all’Irlanda, Francia, Spagna, Italia, Germania, etc., e che hanno oltre 5000 anni d’età. Furono eretti, non si sa ancora bene come, proprio da quella che gli Storici moderni hanno battezzato con il nome di Civiltà Megalitica.

A cosa servissero tali Pietre gigantesche posizionate in punti specifici e, si ipotizza, in connessione tra di loro, non è dato sapere esattamente. All’inizio si pensò che avessero una funzione meramente funeraria, più tardi si scoprì la loro connessione con le Stelle e con l’Astronomia. Ma vi è molto di più, e sarà un piacere illustrarlo in un prossimo articolo.

I Druidi dell’epoca dei Celti conoscevano bene questi Siti così speciali e, soprattutto, sapevano come usarli, proprio perché discendevano direttamente da coloro che li avevano costruiti.

I Druidi erano i Saggi della Civiltà Megalitica. A sostegno di questa (affascinante) tesi, ci sarebbero i racconti leggendari irlandesi, che parlano delle tribù di Tuatha de Danann, che migrarono dal Nord, in un vero e proprio esodo, verso l’Irlanda. Erano Esseri talmente evoluti, secondo le leggende, da apparire come dei semidei agli occhi delle popolazioni locali.

La scuola druidica durava circa 20 anni, esattamente come il ciclo lunare, ed i Druidi venivano istruiti solo oralmente, in infinite materie: Matematica (studiarono gli insegnamenti di Pitagora, conoscevano il Numero d’Oro ed il Pi Greco), Filosofia (è riconosciuto che la Filosofica Greca abbia attinto dal sapere druidico), Poesia, Musica, Naturopatia, Medicina, Astronomia, Lingue (parlavano perfettamente il Greco ed il Latino), Geografia e tutte quelle arti che per noi sono associate solo al mondo magico: le Arti Divinatorie, specialmente le Rune, la Radioestesia, l’Alchimia, l’Energia Cosmica e l’Energia Tellurica, gli Elementi.

Credevano fermamente che ogni cosa in questo Pianeta fosse un’Essenza, e come tale rispondesse a precise Leggi di Risonanza e di Causa Effetto, e quindi potesse essere compresa e direzionata.

I Druidi erano volti a seguire ed orientare il Flusso costante della Vita, piuttosto che a parcellizzarlo, isolarlo e misurarlo come facciamo nella nostra Civiltà postmoderna.

Il loro legato è eterno, poiché la loro Saggezza non si è mai estinta. Ho trovato, per esempio, interessantissimo scoprire che San Patrizio (Santo Protettore dell’Irlanda) fu allevato da un Druida. A lui dobbiamo il fatto che il Trifoglio rappresenti il suo Paese. Il Trifoglio gli servì per spiegare la Trinità, anche se gli irlandesi già conoscevano il principio della Sacralità del 3 grazie al Triskell.

Senza poi dire che San Colombano (altro Santo irlandese) fondò il primo Monastero d’Europa che fosse dotato di una vastissima Libreria, a Bobbio in provincia di Piacenza. In questo convento, i monaci erano Amanuensi e crearono delle preziosità similari a quelle del Libro di Kells. In quei libri i monaci trasferirono tutte le loro conoscenze in un linguaggio puramente simbolico: nelle pagine, invero, si trovano i Nodi Celti, le Piante Sacre per i Druidi, e le Rune, sotto mentite spoglie, comprensibili solo agli Iniziati a un tale sapere.

Il loro modo di approcciare l’Essere Umano ed il Mondo portò i Druidi a vette di Evoluzione Spirituale molto elevate, mentre la nostra modalità ha portato l’Umanità al Progresso ma anche alla disumanizzazione ed alla distruzione di quel nesso così fondamentale come quello esistente tra l’Uomo ed il Creato. Purtroppo, non ne siamo coscienti.

In conclusione, il fascino dei Druidi resiste ancora oggi, poiché incarna un Archetipo fondamentale.

Non è un caso che la loro figura ritorni in letteratura, nei film e nelle più recenti serie TV, che siano esse storiche, legate al mondo del fantastico o a quello della fantascienza distopica.

Abbiamo infatti la coppia di Mago Merlino e Re Artù, con la controparte oscura Morgana; quella di Panoramix e Asterix; quella di Harry Potter ed Albus Silente, con il mago delle tenebre Voldemort; quella di Frodo e Gandalf, con il Druida passato all’oscurità: Saruman. Senza dimenticare il Druida Allanon (e Wil) ed il Re Eventine in Shannara, con l’antagonista Druida nero denominato “Il Signore degli Inganni”; il Mago Medivh (che, seppur con buone intenzioni, finisce per corrompersi al Male) e Re Varian in Warcraft; e Titus (e Gaia) come Portatori della Fiamma, in The 100.

In tutte queste opere, la figura del Druida si muove con estrema cautela sul sottile filo che separa il Bene dal Male, divenendo mentore, custode e sostenitore del Sovrano, nel primo caso, o competitore per il potere, contro il Sovrano, nel secondo.

Emblematico è il caso di The 100, ove è il Comandante ad essere colui che ha la Fiamma dentro di sé (metafora che indica l’Iniziazione ed il potere spirituale), e ciò implica una pericolosissima sovrapposizione nella stessa persona, tanto della Figura del Druida come di quella del Re.

Sarà forse per questa ragione che tutti i Comandanti dei Terrestri di The 100 sono vittime di un Destino ancor più spietato. Vuoi per il troppo Potere, che finisce per consumare di ambizione il personaggio di Sheidheda, il Comandante oscuro. Oppure per troppa Visionarietà, come accade per il personaggio di Lexa, l’Ultimo Vero Comandante, colei che coraggiosamente cercò di interrompere guerre e conflitti per costruire un legato di pace, rendendosi invisa a tutti i capiclan e soprattutto al proprio Mentore (Il Portatore della Fiamma), che, per questo motivo, la uccise.