la mistica celtica

Alberi, Esseri Sacri

I Druidi sono chiamati secondo gli alberi perchè abitano delle foreste remote“.

È la definizione che Plinio il Vecchio dà dei Druidi, fornendo una ulteriore spiegazione al legame indissolubile che lega anche etimologicamente, i Saggi dei Celti agli Alberi.

Potremmo citare innumerevoli esempi: l’antico alfabeto irlandese veniva ricordato assegnando ad ogni lettera il nome di un albero, e sembra, peraltro, che in tutte le lingue celtiche la parola albero significasse “lettera”.

Ma da dove deriva tanto amore per questi esseri?

La Geologia ha dimostrato che l’Albero può a buon diritto considerarsi una conquista evolutiva.

Ci sono voluti più di 4 miliardi di anni per creare gli Alberi. Nella catena delle specie, l’Albero è una scultura vivente perfetta, una sfida alla forza di gravità. È l’unico elemento naturale in perenne movimento verso il Cielo. Cresce senza fretta, attirato dal Sole, che nutre le sue foglie. Saldamente ancorato al Suolo, che ha contribuito a creare con i propri residui organici. L’Albero è, anch’esso, dunque, Creatura Co-Creatrice.

Non è un caso, dunque, che dai Celti venisse associato alla Divinità. Certamente i Celti credevano che lo Spirito Divino permeasse ogni cosa, ma la sacralità dei Boschi era dovuta al fatto che erano consapevoli che gli alberi catturavano al loro interno l’energia della Terra e quella dell’Universo, elaborandole e creando un’alchimia perfetta e viva, ed attraverso tutto il loro essere: il tronco, la corteccia, le foglie, le radici, la resina, i rami, il loro campo magnetico stesso, propagavano al mondo quell’energia benefica, che scientificamente chiamiamo ossigeno, ma che è qualcosa di più complesso ed ancestrale.

Gli Alberi erano il Centro dell’Universo, erano l’Axis Mundi: pensiamo all’Irminsul (L’Albero Cosmico secondo i Germani), ed all’Yggdrasil (L’Albero Cosmico dei Vichinghi), che sosteneva i 9 mondi della Cosmologia Nordica.

L’Yggdrasil, in particolare, era rappresentato in un modo molto particolare: le sue radici si espandono nel sottosuolo e si avvicinano al Suolo, congiungendosi, così, misticamente con i rami, che nel loro innalzarsi al Cielo, si allargano fino a scendere verso il Suolo. Radici e rami creano, così, un Cerchio magico e Perfetto che unisce tutti i 4 elementi: l’Aria, che è l’elemento in cui i Rami sono immersi, e che viene respirata dalle foglie, la Terra, che è l’habitat ed il nutrimento delle radici, l’Acqua, che viene assorbita dall’Albero con tutto il suo Essere, il Fuoco, che è la linfa che lo percorre e soprattutto il Sole la cui energia trasforma. E vi è Anche il quinto elemento: l’Etere. Ovvero quell’Energia del Cosmo a cui invisibilmente l’Albero è connesso e ne è il Ponte.

Vi sono anche le Rune. Ospitate dai rami e dalle radici, in permanente movimento, e quindi, in continua trasformazione ed evoluzione. Una Runa che si trasforma in altra Runa, che a sua volta evolve per dare vita sempre a nuovi Cicli Atemporali.

Non a caso, le Norne (ovvero le Parche nordiche) incidevano le Rune sul tronco dell’Albero Cosmico affinchè il Destino scorresse attraverso tutto l’Albero e raggiungesse la persona a cui era, appunto, Destinato. Ed Odino scoprì le Rune proprio per il desiderio di possedere lo stesso potere delle Norne, e si sacrificò a se stesso appendendosi a testa in giù proprio all’Yggdrasil.

Gli Alberi, infatti, sono messaggeri, ed i Celti avevano la Chiave per interpretarli. Ciò spiega perché i Druidi avevano gli altari nel mezzo delle Foreste, e perché non officiavano alcun rito se non si trovavano sotto una quercia, per loro ritenuta la più sacra tra gli elementi in natura, proprio perché il suo campo magnetico proteggeva, purificava, favoriva la connessione con l’Universo, ed ispirava i valori della forza, della saggezza e della solidità a tutto il clan.

Sapete come i Druidi riconoscevano un luogo sacro? Passeggiavano nel Bosco, tra gli alberi, fino a quando non incontravano una radura spontanea. Sapevano che quello era il segno che indicava la presenza di una Energia Tellurica e Cosmica molto particolare. Lì sentivano il luogo, e dopo aver effettuato le misurazioni, individuavano il punto esatto dove collocare il Menhir che sarebbe stato il loro altare.

Questo è il Nemeton, ovvero il Tempio, il Santuario, per i Celti, ed in esso abitavano naturalmente tutti i simboli sacrali:

  • L’Albero: l’Asse del Mondo;
  • La Radura: il mondo dei viventi, il Cerchio Terreno, in cui l’OIW, ovvero lo Spirito Divino immanente, si manifesta;
  • La Terra: le Forze della Natura;
  • Il Sole: il Cerchio Celeste, l’elemento che ospita l’OIW nella sua manifestazione Celeste, e che si unisce misticamente alla Radura, il Cerchio Terreno, dando vita alla Danza del Drago;
  • Il Fuoco, ovvero il Drago: la Conoscenza, le Forze dell’Universo;
  • L’Aria: simbolo dell’Etere, veicolo attraverso il quale le Parole Divine si trasmettono. Lo Spazio in cui la Vita accade;
  • La Fonte: dal Vuoto nasce l’Universo e dà Vita alla Creazione che si manifesta nella dimensione fluida e ciclica del Tempo;
  • L’Acqua: l’Energia plasmatica dell’Universo, trasmette la Vita ed unisce tutti gli esseri viventi in un’unica essenza. Per questo i rituali magici e terapeutici che i Druidi realizzavano con l’elemento Acqua, influivano su tutti i viventi;
  • Il Cielo Stellato: l’Universo intero, il Mistero di Dio.

Inoltre, i Druidi erano Guaritori grazie al Bosco, perché sapevano che gli Alberi e le piante curano.

E se ci pensiamo, tutta la nostra farmacia esiste perché ha sintetizzato chimicamente i componenti che le piante ci donano gratuitamente ed in abbondanza.

La Mistica dell’Albero era, nei Celti, profondissima, e solo molto recentemente la Scienza ha saputo dare una nuova lettura.

La bioneurologia vegetale ha infatti dimostrato che le piante vedono pur non avendo gli occhi, respirano pur non avendo polmoni, sentono pur non avendo l’udito, parlano pur non avendo la bocca, trasmettono e ricevono pur non avendo il tatto, sono dotate di intelligenza pur non avendo il cervello. Camminano, pur non avendo gambe, e lo fanno nelle generazioni.

Le piante, insomma, hanno tutte le nostre “capacità”, pur non avendo organi specifici come noi esseri umani. Ed hanno sentimenti, pur non avendo il “cuore”, perché reagiscono agli stimoli emozionali che ricevono, e si possono anche ammalare di tristezza e morire di depressione, o al contrario vivere rigogliose con poco alimento se si sentono amate.

La Scienza ha anche dimostrato che il Bosco non è la somma degli alberi e delle piante che lo abitano, ma è un Organismo Multiplo a sè stante, costituito proprio da quegli alberi e dalle piante, ma con una Coscienza Collettiva propria più ampia della somma delle stesse.

Un’Entità Viva, dunque, come credevano i Druidi, in grado di Comunicare, Curare, Crescere, Con-Vivere, Elevare gli esseri umani che, con rispetto, la abitano.